Trasferte Italia: quando sono esenti da contributi e tasse?

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In questo articolo vediamo quando le trasferte in Italia sono esenti dal pagamento di contributi e tasse, partendo da una panoramica su come funzionano le trasferte.

Partiamo dalla base.

Una trasferta di lavoro è tale solamente se il lavoratore svolge l’attività lavorativa fuori dalla sede dell’azienda, però in modo temporaneo ed occasionale.

Nel caso in cui lo spostamento non sia temporaneo ed occasionale, parliamo di trasferimento e gli eventuali rimborsi sono regolati in modo diverso.

Vediamo quindi quali trasferte sono esenti dalla tassazione e quali invece concorrono a formare il reddito del lavoratore.

Trasferte nel comune vs trasferte fuori dal comune

La prima grande divisione è quella tra trasferte all’interno e fuori dal comune:

  • Nel primo caso, infatti, eventuali indennità e rimborsi vengono tassati all’interno delle buste paga; 
  • Per le trasferte fuori dal comune la tassabilità varia in base al tipo di indennità e al tipo di spesa da rimborsare.

Per le trasferte fuori comune il lavoratore e l’azienda possono concordare diverse modalità per ottenere il rimborso spese:

  • Rimborso forfettario;
  • Rimborso analitico;
  • Rimborso misto.

Vediamole nel dettaglio per comprendere per quali importi sono esenti da tassazione.

Trasferte Italia esenti: rimborso forfettario

In caso di rimborso forfettario il datore di lavoro riconosce al lavoratore un importo giornaliero fisso, a copertura delle spese di vitto e alloggio del lavoratore.

Ma quali spese sono esenti da tassazione? E per quali importi?

  • Le spese di trasporto, che devono però essere documentate, hanno un’esenzione totale;
  • Inoltre per un importo fino a 46,48 euro (per trasferte in italia) o 77,47 (per trasferte all’estero) l’esenzione da contributi e tasse è totale.

Nel caso in cui l’azienda riconosca al dipendente un’indennità maggiore, sulla differenza tra la cifra corrisposta e 46,48 vengono applicati contributi e tasse.

Trasferte Italia esenti: rimborso analitico

Per ottenere questo rimborso il lavoratore deve presentare al datore di lavoro una nota spese.

Con questo metodo per le spese di vitto, alloggio, viaggio e trasporto, che sono documentate, è prevista un’esenzione totale della base imponibile.

Per altre spese, anche non documentabili, l’esenzione ha un limite:

  • 15,49 euro in caso di trasferta in Italia;
  • 25,82 euro in caso di trasferta all’estero. 

Trasferte Italia esenti: rimborso misto

Nel caso di rimborso misto è prevista sia un’indennità di trasferta fissa che un rimborso analitico per vitto e alloggio.

Nel caso in cui solo il vitto o l’alloggio siano rimborsati analiticamente, la cifra dell’indennità giornaliera esente è più bassa.

In particolare pari a 30,98 euro per trasferte in italia e 51,64 euro per trasferte all’estero.

Se sia vitto che alloggio vengono rimborsate analiticamente, l’indennità è pari a 15,49 euro in Italia e 25,82 all’estero.

In ogni caso le spese di trasporto documentate sono completamente esentate.

In sintesi

Le trasferte sono regolamentate all’interno del CCNL a cui fa riferimento l’azienda.

Sintetizzando esistono tre modalità per rimborsi e indennità.

In base alla scelta di azienda e lavoratore, gli importi e le tipologie di spese rimborsabili senza concorrere al reddito del dipendente variano. 

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