Flessibilità lavorativa: cos’è e vantaggi

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Di pari passo con l’implementazione della tecnologia a disposizione di aziende e lavoratori, si è sviluppata sempre più la flessibilità lavorativa

Un nuovo approccio alla realtà lavorativa, che viene dai paesi anglofoni.

In questo articolo capiremo che cos’è la flessibilità lavorativa, e quali sono vantaggi e svantaggi per aziende e lavoratori.

Flessibilità lavorativa cos’è e vantaggi

Che cos’è la flessibilità lavorativa

Smartphone, internet, email, meeting online sono tutti strumenti che lo sviluppo tecnologico ha messo a disposizione di aziende e lavoratori per svolgere molte mansioni tranquillamente nella comodità di casa o del proprio coworking preferito. 

Attività che fino a pochi anni fa era impensabile poter svolgere lontano dal proprio ufficio.

Lo scenario definito dai sociologi come New Normal, nuova normalità, post periodo pandemico, ha influenzato in maniera notevole molte aziende nell’adottare l’approccio della flessibilità lavorativa, portanto sia questa che lo smart working a far parte della quotidianità lavorativa.

Ma che cos’è la flessibilità sul lavoro?

Con flessibilità lavorativa si intende l’autonomia che il datore di lavoro concede al lavoratore su come regolare il proprio orario di lavoro, il proprio luogo di lavoro, e in qualche caso anche l’ammontare di ore lavorate settimanalmente.

Questo è possibile soprattutto quando nelle aziende si smette di lavorare per orari di ufficio per favorire una modalità di lavoro volta al raggiungimento di obiettivi.

Come da anni già accade nei paesi anglofoni, e in aziende del calibro di Google, Microsoft, che hanno già anticipato i tempi e aperto questa nuova strada.

Le tipologie di lavoro flessibile

La flessibilità lavorativa si può distinguere in due categorie principali:

  • Flessibilità lavorativa formale: si definisce formale perché regolata dai numerosi contratti di lavoro a tempo determinato;
  • Flessibilità lavorativa informale: si definisce informale perché racchiude le politiche interne aziendali (che quindi possono variare da un’azienda all’altra) pensate affinché il lavoratore possa trovare il proprio equilibrio tra sfera privata e sfera lavorativa.

La categoria formale è stata regolamentata nel corso degli anni da numerosi interventi, attraverso emendamenti specifici, che hanno portato alla nascita di vari contratti di lavoro flessibili, che l’azienda può proporre ai dipendenti:

  • Tempo parziale: il più comunemente conosciuto come contratto di lavoro part-time, che presenta un totale di ore di lavoro inferiore alle classiche 40 ore settimanali;
  • Somministrazione: contratto che sostituisce i contratti di lavoro, ed una modalità in cui un’agenzia esterna segnala i profili più adatti alle esigenze aziendali, con la possibilità per l’azienda di poter assumere collaboratori solo nei periodi di bisogno; 
  • Apprendistato: forma di contratto che lega un lavoratore ad un’azienda per un minimo di due anni e fino ad un massimo di sei;
  • Inserimento lavorativo: forma di contratto simile all’apprendistato, ma che rispetto alla precedente può essere proposta anche per chi ha più di 29 anni di età;
  • Collaborazioni coordinate e continuative: forma contrattuale più comunemente conosciuta come lavoro a progetto, che permette l’inserimento di una o più figure in azienda per svolgere un progetto specifico in un tempo limitato;
  • Lavoro intermittente: conosciuto anche come lavoro a chiamata, permette all’azienda di contattare un lavoratore solo in momenti di effettiva necessità delle proprie prestazioni;
  • Prestazione occasionale: forma contrattuale che permette all’azienda di commissionare alcune attività al lavoratore in maniera saltuaria, fino ad un massimo di 5.000€ di compenso annuo.

Per quanto riguarda la flessibilità di lavoro informale questa può essere effettuata adottando nelle politiche aziendali lo smart working, il lavoro da remoto, gli orari di lavoro non definiti (orari flessibili) e tante altre possibilità.

Vantaggi e svantaggi della flessibilità lavorativa

Per le aziende

I vantaggi per le aziende sono molteplici:

  • Aumento della produttività: studi certificati attestano che un lavoratore con una qualità di vita migliore è anche più produttivo;
  • Utilizzo dello smart working come benefit: è possibile incentivare i dipendenti che rispettano e raggiungono sempre gli obiettivi prefissati incentivando lo smart working;
  • Diminuzione del turnover: dipendenti più appagati saranno più fedeli all’azienda e se ne andranno con meno frequenza;
  • Diminuzione dei costi fissi: gli spazi di lavoro condivisi avranno minori costi di mantenimento;
  • Riduzione di ritardi nell’orario di ingresso e del fenomeno dell’assenteismo;
  • Un occhio di riguardo sul mercato: con la flessibilità lavorativa un’azienda potrebbe migliorare la propria immagine nel mercato e diventare così più appetibile per i talenti e i migliori professionisti.

Per una corretta informazione, è bene tenere presente che questo approccio lavorativo potrebbe portare degli svantaggi, che però possono essere anticipati ed evitare che si verifichino, programmando bene le attività ed i momenti di condivisione del team:

  • Collaborazione problematica: orari diversi potrebbero minare la collaborazione tra i lavoratori, con un risvolto negativo per clienti e fornitori, e aumentare anche le incomprensioni che probabilmente parlando faccia a faccia non ci sarebbero;
  • Minore produttività per i dipendenti meno motivati: c’è chi ha bisogno di una costante supervisione per rendere sempre al meglio, che può essere data sicuramente nei classici orari d’ufficio;
  • Minare l’armonia del team: potrebbero nascere invidie difficili da gestire tra coloro a cui il lavoro flessibile viene concesso e chi non ha questa possibilità.

È abbastanza evidente come questi siano solo svantaggi che potrebbero verificarsi. Infatti con una mirata pianificazione e un’opportuna organizzazione del lavoro e dei momenti di confronto gli svantaggi identificati diventano solamente chiacchiere da bar.

Per i dipendenti

Non solo le aziende ma anche i dipendenti possono trarre vantaggi e svantaggi nell’adottare una modalità di lavoro flessibile. 

I vantaggi riguardano sia la sfera lavorativa, ma anche il miglioramento della qualità di vita:

  • Orari più flessibili e organizzazione del tempo libero: permettono facilmente la conciliazione degli impegni lavorativi con quelli extra-lavorativi, come dedicarsi allo sport, alla famiglia, alla salute. Ma anche alla formazione professionale seguendo corsi di formazione e webinar;
  • Risparmio sui costi: dovendosi recare meno in ufficio è possibile risparmiare in maniera importante sui costi del carburante, dei mezzi pubblici, sui costi per mangiare;
  • Maggiore serenità e senso di gratificazione: restare lontani da luoghi di lavoro tossici o colleghi molesti non può che portare maggiore serenità d’animo. così come la fiducia che il datore di lavoro concede non può che aumentare la gratificazione.

E anche in questo caso i lavoratori dipendenti potrebbero incappare in qualche svantaggio:

  • Considerati “sempre a disposizione”: questo è il rischio in cui si potrebbe incorrere non avendo orari di inizio e fine lavoro ben definiti. Magari ad eccezione delle vere urgenze, se le comunicazioni avvengono per email, questo rischio non si verifica;
  • Minore concentrazione: lavorando da casa potrebbe essere più difficile trovare la concentrazione giusta per svolgere la propria mansione;
  • Collisione tra sfera lavorativa e sfera privata: un ostacolo grande in cui poter incorrere quando sono assenti autodisciplina e organizzazione.

Ma come per le aziende, anche per gli svantaggi riguardanti i dipendenti vale lo stesso discorso. Con organizzazione, e con i giusti mezzi di comunicazione e condivisione del lavoro, è possibile rendere la flessibilità lavorativa solo un vantaggio.

Conclusione

In questa guida dettagliata abbiamo visto la flessibilità lavorativa in maniera esaustiva, cercando di chiarire ogni aspetto. Questa, nonostante un pò di resistenza iniziale, viene applicata in maniera sempre maggiore in tutte le aziende italiane mano a mano che il tempo passa.

E il perché è molto semplice: porta vantaggi sia alle aziende che ai dipendenti.

Ci sono forme contrattuali che favoriscono la flessibilità lavorativa e ci sono poi politiche interne aziendali che possono gratificare il dipendente, permettere lui di conciliare al meglio la sfera privata e quella lavorativa, organizzare i propri impegni e il proprio tempo.

Se la tua azienda ancora non adotta politiche riguardo alla flessibilità sul lavoro forse è il caso di parlare con il datore di lavoro e consigliare lui di muoversi in questa direzione. Paghe Digital mette a disposizione Payroll, il programma per le aziende per gestire il proprio personale in maniera completamente digitale, organizzando al meglio anche la flessibilità sul lavoro.

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